Il workshop sul reportage è stata una bella esperienza che oltre ad accrescere la mia formazione fotografica, condividendo questo progetto con altri soci, mi ha permesso di conoscere meglio i soci di Provediemozioni.
Si è sviluppato in 3 giorni: il primo giorno è stato di teoria, il docente Giancarlo Torresani ci ha spiegato che per eseguireun reportage è meglio usare una compatta e in mancanza di ciò regolare la cintura della macchina ad altezza tale da fotografare senza guardare nel mirino così da riuscire a catturare meglio le espressioni e la gestualità delle persone. Altra cosa importante è togliere sempre dalla macchina la luce rossa che evidenzia lo scatto, così da non farsi notare.
Torresani ha poi sfatato la convinzione delle foto tutte orizzontali in quanto per far risaltare meglio un’immagine il taglio della foto può essere anche quadrato e per rendere più dinamico un racconto si possono mischiare vari formati oppure il bianco e nero al colore, importante che le situazioni siano diverse.
Un’altra cosa che mi ha colpito è che le foto da reportage debbono avere necessariamente un filo conduttore ma non debbono necessariamente essere foto tecnicamente perfette, chiaramente è meglio se lo sono, ma non è determinante in quanto bisogna scegliere il racconto da sviluppare e parlare per immagini, in realtà un reportage e quindi anche la fotografia di viaggio è un racconto per immagini, ed è importante saper raccontare “costruire una situazione” senza falsificazioni di nessun genere.
Io ho cominciato a fotografare diversi anni fa cercando di catturare e raccontare le emozioni che un viaggio mi suscitava, pertanto grande difficoltà nella scelta delle foto in quanto ogni foto per me è un ricordo, infatti generalmente scarto quelle mal riuscite poi faccio una cartella scelte e vi inserisco le immagini tecnicamente meglio riuscite ma senza un filo conduttore. Come dicevo prima personalmente ho bisogno di emozioni per fotografare è per me perciò molto difficile lavorare a progetto.
Quando venerdì sera il docente ha detto che dovevamo pensare di raccontare una storia fotograficamente, non essendo io una persona eccessivamente dinamica e fantasiosa ho pensato subito cosa succedesse intorno a me e cosi è nato il mio progetto “ Succede a Bologna” cioè la chiusura del traffico in centro e mi sono detta materiale da fotografare ne troverò…ma non è stato così semplice come pensavo, avrei potuto fare di meglio, ho visto tra i miei colleghi più giovani lavori veramente molto interessanti idee e situazioni che avrei voluto avere io, ma ecco che vi presento il mio lavoro:
• sono partita documentando la chiusura al traffico di via Indipendenza a Bologna
• ho poi proseguito raccontando ciò che questo comporta, i motorini che in queste giornate non possono sostare in piazza e quindi uno portato via da un carro attrezzi
• persone che non essendoci traffico di auto circolano tranquillamente in mezzo alla strada, fermandosi a chiaccherare
• bambini che giocano
• un autobus turistico pronto per il giro della città
• artisti che suonano tranquillamente in mezzo alla strada , senza pericoli, essendoci solo traffico di pedoni e biciclette
• guardandomi intorno poi ho visto un testimonial che promuoveva i diritti dei cani e diceva “ mai più cani alla catena “
• proseguendo poi nel mio girovagare ho visto due cani di un barbone che non erano alla catena ma che insieme al loro padrone avevano fame e chiedevano aiuto, chiaramente il cartello e la situazione poteva avere diverse chiavi di lettura, ma io ho pensato di collegarlo così
• ed infine vedo su una panchina in attesa di un bus che non passerà una persona che molto rilassata parla al cellulare con a fianco una torta e dalla situazione negativa di prima passo a chiudere il mio racconto con una nota positiva.
Per il motivo che dicevo all’inizio, ho seguito attentamente come Torresani aiutava i partecipanti nell’ultima scelta delle foto per il reportage cercando di capire un metodo da utilizzare in futuro e debbo dire che mi è stato molto utile, insomma per concludere ribadisco che per quanto mi riguarda è stata una esperienza più che positiva che sono felice di condividere con voi.
Liviana Lanzoni