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Workshop fotografici

Reportage T-Day di Alessio Saponaro

Copertina di Alessio Saponaro

La città di ha strutturato un piano anti-traffico che prevede, nei fine settimana, la pedonalizzazione di tre importanti vie centrali della città che si incrociano tra di loro formando una T: via Indipendenza – via Ugo Bassi – via Rizzoli. Per questo motivo le giornate chiuse al traffico sono state denominate T-Day.

restituisce il suo storico ai cittadini. E’ una unica e piacevole occasione per gustare le bellezze del cuore della città. I pedoni si appropriano dei luoghi destinati al rumoroso e caotico traffico del centro. Al rombo dei motori e lo strombazzo dei clacson si sostituisce la musica degli artisti di e il chiacchiericcio delle persone che passeggiano. I gas di scarico vengono rimpiazzati dai profumi di una assolata ma gelida giornata di gennaio.

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Il mattino di sabato alle ore 8:05 scatta la chiusura delle cosiddetta T bolognese. Il messaggio è chiaramente scritto nei cartelli apposti sulle transenne sistemate dagli operai: dalle 8 di sabato alle 22 di domenica il passaggio è consentito solo ai pedoni. Strade chiusa anche ai taxi o agli autisti di autobus “ritardatari”. Nessuna eccezione, se non per delimitate ore per consentire lo scarico delle merci e le aree riservate ai diversamente abili.

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Strano a dirsi, ma una volta tanto in Italia le regole valgono per tutti. Il messaggio è chiaro, nessuno può occupare la città con auto o qualsiasi veicolo a motore. I pochi mezzi ancora presenti al mattino nella “zona T” vengono prontamente rimossi a spese dei trasgressori. La città deve essere pronta per lo spettacolo dei cittadini.

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Alle 8:30 è possibile sedersi nel mezzo di Via Rizzoli, senza paura di essere investito da un automobile o da un mezzo di trasporto pubblico. Sembra di sognare, sarà poi vero? E’ una sensazione insolita per chi da tanti anni vive la città e frequenta il centro.
Il sole è sorto e la città è ancora deserta. I negozi sono ancora chiusi. Si ode solo il trillo dei campanelli di alcune biciclette e il dei tacchi di donna sul selciato. Ad osservare via Rizzoli e via Ugo Bassi le dimensioni sembrano molto più ampie di quanto si ricordi.

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Il di è meraviglioso. E’ il luogo dove «non si perde neanche un bambino». Alle ore 9:00 cominciano a intravedersi i primi eroi che sfidando il e vogliono rallegrarsi con momenti, spazi, occasioni, situazioni. Vi è molta gente che fotografa, nessuno ci fa più caso, tutti sono abituati a persone che con la rubano le immagini. Anzi molti, troppi, si mettono volentieri in mostra, interferendo con la spontaneità di una foto. Chi non desidera essere ritratto semplicemente sposta il viso verso un’altra direzione.
I rumori aumentano progressivamente, il si anima: saracinesche che vengono aperte, voci di passanti che si distinguono nettamente. Con il traffico occorre alzare di qualche unità di decibel per farti sentire dall’amico che hai accanto.

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Palazzo Re Enzo o le torri degli Asinelli e dei Garisenda si osservano da una nuova e insolita prospettiva: centrale e non limitata dalla visione laterale sui marciapiedi. Turisti che camminano al della lunga Via Rizzoli, solitamente riservata ai mezzi, osservano e commentano i beni artistici.

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Gli artisti di affollano e rallegrano le strade. Via Indipendenza con lo spettacolo di danza, Piazza Maggiore con il suonatore di Banjo e il suo omino di legno, via Rizzoli con i trombettisti, via degli Orefici con il simpatico “one man band”. Anche a loro è concessa una porzione della città, senza ricorrere a richiesta di permessi o esborso di gabelle. Come potrebbe essere altrimenti per una città dichiarata nel 2006 “Città creativa della musica” dall’UNESCO?
Via Carzolerie, una via solitamente anonima, è piacevolmente occupata da un banda di artisti Jazz che suonano intrattenendo passanti, famiglie e che ascoltano incantati la musica e la eccitante coreografia degli artisti. Qualcuno osa chiedendo dei brani di Armstrong o Crosby, ma loro vanno avanti con il loro divertente e dinamico repertorio.

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La città è anche dei giovani: gruppi di ragazzi che passeggiano in nonostante sia di scuola, altri che si fermano a chiacchierare. C’è chi porta a spasso il cane e chi passeggia solitario e pensieroso. In queste occasioni il centro è meno adatto ai ciclisti: pedalare nelle strade affollate non è una cosa semplice, occorre prestare attenzione a non investire i pedoni che in questo clima non hanno “nessuna tolleranza” per chi viaggia su ruote, qualsiasi tipo di ruote.

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Ore 11:00 il si anima, la gente prende possesso dei luoghi. L’attività diventa frenetica. Si viene in centro per passeggiare, per turismo, per lo shopping, per godersi uno spettacolo. Il centro è il luogo del ritrovo, ma soprattutto dell’identità della città.

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Ore 11:30 le strade del sono affollate. Chi fa la spesa per il fine settimana deve fare la fila per di Via delle Pescherie vecchie, dove le bancarelle si presentano come boutique, con i prezzi dei prodotti non sempre in linea con le tendenze del mercato. Nonostante il periodo di crisi, non si può dire che non vi siano acquirenti.

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Ore 12,30 tutti i negozi del sono in piena attività.
Nei giorni del T-Day le attività commerciali possono occupare suolo pubblico riservato al traffico, con tavoli, sedie o altre attività gratuitamente, senza dover corrispondere nessun onere. E’ cos’ì che l’area T si riempie di “bistrot”, di tavolini esterni ai locali. E’ piacevole assaporare un aperitivo al della strada, circondato da palazzi monumentali.
Anche se il periodo dei saldi può dirsi passato, vi è ancora l’occasione per acquistare. Le “sporte” sono piene di occasioni dei saldi dell’ultimo momento.

 

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