Sono nata e vissuta a Bologna a parte una breve parentesi parigina.
Laureata in Scienze politiche, sono da sempre appassionata di audio visivi, tanto che nel 1991 ho costretto tutta la mia famiglia a fare i turni notturni per riuscire ad iscrivermi al corso di Arti Visive che si teneva all’Istituto superiore Elisabetta Sirani nel quale ho conseguito il diploma.
Probabilmente il fascino dell’obiettivo e del suo peculiare modo di entrare nella vita degli altri senza essere visti, ripercorre anche la mia infanzia. Mio padre infatti è sempre stato appassionato di fotografia. Ricordo decine di obiettivi, fatiche immani a portarli sempre con sé ed un numero spropositato di diapositive disseminate in armadi e cassetti.
Durante gli anni delle superiori mi sono dedicata maggiormente alla fotografia pubblicitaria e di studio. Stampe in camera oscura, acidi, viraggi … e risultati visibili solo dopo qualche ora.
Con il tempo ho iniziato ad apprezzare di più la fotografia come fonte di ricerca emozionale, che sia essa paesaggistica o ritrattistica.
Ultimamente, soprattutto da quando sono diventata mamma, è aumentato sempre di più l’interesse per la natura, i bio sistemi e gli animali che li popolano. Mi sono così innamorata della fotografia naturalistica che regala stimoli sempre nuovi, non solo da un punto di vista puramente estetico e di cattura dell’immagine, ma anche e soprattutto culturale.
Provediemozioni non è una vera associazione, è piuttosto una famiglia della quale faccio parte da poco tempo ma che nonostante tutto, mi accoglie sempre come se non fossi mai andata via.
Nell’estate del 2015 la mia Canon Eos 650D mi ha accompagnato in una bellissima esperienza fatta di colori, speranza ed amore. Ho cercato con il canon 18-200 f3 ed il tamron 150-600 f5.6 di portare agli altri alcune delle emozioni che ancora adesso mi fanno inumidire gli occhi e battere il cuore.
Lo specchio dell’anima
Gli occhi…un dono inestimabile della nostra fisicità…occhi che raccontano di ricchezze diverse, di vite segnate eppure felici e piene di speranza…
e Luciano Ligabue canterebbe… ”Ho perso le parole … eppure ce le avevo qua un attimo fa”.
I colori caldi di una terra madre contradditoria, ricca e povera, amata e violata, lenta e fulminea, dolce e mortale… i colori del “mal d’Africa”.