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Lezioni di fotografia

La tripla: Il diaframma, l’otturatore, la sensibilità

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Per iniziare bisogna conoscere almeno i tre meccanismi principali che servono a garantire una corretta esposizione, si tratta del diaframma, dell’ e della sensibilità. Bisogna intanto sapere che con il diaframma si misura la quantità della luce, con l’otturatore si misura la durata della luce e con la sensibilità si determina la sensibilità del o della pellicola. Quindi ogni volta che modifichiamo uno dei tre meccanismi quantità, durata o sensibilità dobbiamo obbligatoriamente adeguare anche gli altri due, sia che usiamo la nostra macchinetta in manuale che in automatico. Ogni volta che si vuole commentare o modificare tecnicamente una foto non si può non fare riferimento a questa famosa ‘tripla’ allora vediamo nei dettagli il loro funzionamento e subito dopo come utilizzarli con successo:

I DIAFRAMMI A IRIDE
Nome che richiama il funzionamento, simile a quello dell’occhio umano. IL diaframma determina la quantità di luce che impressionerà la pellicola o il sensore.
e costituito da un anello metallico fisso sul quale sono fissate le lamelle che variano da 6 a 15, attualmente è diffuso il diaframma a 9 lamelle che dà uno sfuocato più gradevole
da un anello mobile che regola le aperture
da un supporto per essere fissato all’interno del corpo dell’obbiettivo
e da un sistema automatico che consente di mantenere sempre in posizione di massima apertura il diaframma per una visione ottimale.
I numeri f/, scala dei diaframmi o stop
Sono determinati dalla lunghezza focale dell’obbiettivo divisa per il diametro di apertura effettiva, che dipende quindi dal diametro della lente frontale.
Per esempio una apertura di 25mm di diametro in un obbiettivo da 100mm di lunghezza focale dà  f/4
Per esempio una apertura di 37,5mm di diametro in un obbiettivo da 100mm di lunghezza focale dà un f/2,8
Per esempio una apertura di 50mm di diametro in un obbiettivo da 100mm di lunghezza focale dà un f/2
Per esempio una apertura di 50mm di diametro in un obbiettivo da 200mm di lunghezza focale dà  f/4  ecc.
Per questo a numero f/ piccolo entra più luce mentre a numero f/ grande entra meno luce
Tutte le case costruttrici adottano la stessa scala dei numeri f/ che comincia con 1
f/1 – f/1,4 – f/2 – f/2,8 – f/4 – f/5,6 – f/8 – f/11 – f/16 – f/22 – f/32
Ma ci sono anche valori intermedi di mezzo diaframma, di un terzo di diaframma ecc
Il diaframma quindi serve a determinare la quantità di luce che entra attraverso l’obbiettivo, il suo funzionamento è paragonabile al rubinetto dell’acqua se chiudiamo ne esce meno e viceversa. Vedremo più avanti che il diaframma serve anche a determinare la quantità di zona nitida nell’immagine e cioè la profondità di campo, in questo caso invece se chiudiamo aumenta e viceversa.

Diaframma

L’ A TENDINA
Esistono diversi tipi di ma tutti hanno lo stesso compito, determinare la durata del tempo di scatto e quindi per quanto tempo la luce impressionerà il o la pellicola. L’ più comune attualmente in uso è quello a tendina che può essere a scorrimento verticale o orizzontale, quello orizzontale normalmente nelle macchine manuali e quello verticale nelle più moderne e sofisticate ma come già detto con lo stesso compito determinare il tempo di scatto. Per fare questo l’ ha una tendina che scorre sul con una apertura che viene determinata dal fotografo di volta in volta in base alle proprie esigenze. Il suo funzionamento è abbastanza semplice, se deve determinare dei tempi di scatto più lunghi di un 125° di secondo la tendina resterà aperta per tutto il tempo necessario per esempio 1 secondo 10 secondi un minuto ecc. Se invece deve utilizzare tempi più corti cioè frazioni di secondo allora la tendina si chiuderà lasciando solo una fessura (vedi figura) tanto più stretta quanto più il tempo sarà corto, per esempio 1/500, 1/1000, 1/2000 ecc. poi scorrerà sul sensore o sulla pellicola lasciando passare la luce esattamente per la durata impostata.  Ecco la scala standard, che troverete anche nelle vostre macchine fotografiche, formata da numeri cosi composta:
30” – 15” – 8” – 4” – 2” – 1”  – 2 – 4 – 8 – 15 – 30 – 60 – 125 – 250 – 500 – 1000  – 2000 – 4000

Questa scala naturalmente può essere più estesa o più ridotta, a secondo degli apparecchi, sia nei tempi lenti che nei tempi veloci. Si dice di tempi lenti quando parliamo di durata inferiore a 125 e di tempi veloci quando sono superiori a 125. Attenzione però quando impostiamo  tempi che vanno da 1” – 2” – 4” – 8” – 15” ecc. Parliamo naturalmente di secondi interi ma da  2 in su parliamo di frazioni di secondi e quindi avremmo dovuto scrivere

1/2 – 1/4 – 1/8 – 1/15 – 1/30 – 1/60 – 1/125 ecc.

Ma tutte le case costruttrici ormai usano la scala sopra indicata ed è questa che troverete sulle vostre macchinette, bisogna solo saperle leggere come indicato.Gufi
L’otturatore  serve quindi a determinare il tempo di scatto per ottenere il giusto valore di esposizione, insieme al diaframma, e sopratutto a controllare il movimento del soggetto da e il mosso creato dalle vibrazioni del nostro corpo. Vedremo in dettaglio più avanti ma bisogna sapere che la maggior parte delle foto mal riuscite sono mosse o micro mosse, cioè la macchina non ha potuto registrare sufficientemente ‘ferme’ le cose che volevamo fotografare solo perche non abbiamo impostato un adeguato tempo di scatto. Intanto ricordatevi che con obbiettivi ‘normali’ a mano libera non bisogna mai scattare a meno di un 125° di secondo.

LA SENSIBILITA’
Tutte le macchine fotografiche digitali sono fornite di un che oltre a determinare la qualità delle foto sono in grado di adeguare la propria sensibilità alla luce a seconda delle nostre esigenze e insieme a diaframma e è uno strumento indispensabile per ottenere fotografie tecnicamente corrette. Nel sistema digitale quindi possiamo adeguare per ogni singola foto la sensibilità mentre nel sistema analogico, dove bisogna mettere la pellicola, la determiniamo nel momento in cui compriamo una pellicola, forse vi ricordate le pellicole da 100 iso da 200 da 400 ecc. I delle moderne digitali quindi possono avere questa possibilità utilizzando la stessa scala ormai riconosciuta in tutta il mondo e quindi quando andremo a leggere le caratteristiche tecniche delle nostre macchinette troveremo le seguenti indicazioni:

25 – 50 – 100 – 200 – 400 – 800 – 1600 – 3200 – 6400 – 12800 – 25600

La scala delle sensibilità o ISO a secondo dei paesi di origine non cambia, nel sistema analogico parliamo di pellicole nel sistema digitale di sensori.
Naturalmente bisogna sapere che non tutte le macchine fotografiche hanno una scala cosi estesa ma che normalmente partono da 100 e arrivano a 800 oppure da 200 a 1600 ecc. Attualmente abbiamo sensori che possono realizzare foto in condizioni veramente estreme, fino 25.600 asa.
La possibilità di modificare la sensibilità è utile allora per adeguarla a seconda di quanta luce possiamo disporre, sapendo che durante le ore del la quantità (ma anche la qualità) di luce dipende sopratutto dalle fasi solari e dalle condizioni atmosferiche. Sapendo che il massimo della luce ambiente si ha con cielo sereno e in pieno giorno e che si riduce al minimo durante la notte con cielo coperto. Intanto ricordatevi che si ottengono foto migliori con sensibilità vicino a 100 e viceversa se aumentiamo la sensibilità, sopratutto oltre i 1600 asa.
In definitiva quando avremo preso conoscenza della ‘tripla’ e saremo in grado di utilizzarla con sicurezza potremmo incominciare a realizzare fotografie personalizzate.

Nel prossimo articolo parleremo di e quindi delle caratteristiche tecniche delle varie macchine fotografiche, come scegliere una buona attrezzatura adeguata alle proprie esigenze in base al rapporto qualità-prezzo. Pubblicheremo anche il programma completo delle lezioni che raccolte formeranno una vera guida fotografica da tenere sempre nella borsa.

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9 risposte su “La tripla: Il diaframma, l’otturatore, la sensibilità”

Ciao Antonio, sto studiando….
Ho copiato e stampato la 1^lezione.
Complimenti, sei molto bravo, solo che io adesso mi sento ancora più impreparataaaaaaa…..devo studiareeeeeeee!

Un abbraccio Dora

Ciao Antonio vorrei sapere quando pubblicherai le lezioni 2 e 3
Così da poter ripassare a casa con le tue utilissime guide..

grazie
ciao

Si Franco presto pubblicheremo le altre lezioni.
Vi daremo comunque questa settimana il libro FIAF con tutte le lezioni del corso, potete studiare con calma.
Ti consiglio di non perdere i trekking fotografici dove si mette in pratica le tecniche studiate in aula, si tratta di vere lezioni all’aperto con assistenti e attrezzatura, vedi in questo blog tutte le info.

Magari se scrivessi OBIETTIVO piuttosto che OBBIETTIVO sarebbe più gradevole da leggere…..

Saluti

Placido,
grazie per il suggerimento, anche se le discussioni su una o due b sono infinite e non sembra prevalere nessuna delle due. In ogni caso uno sceglie la versione che preferisce.
Spero solo che il contenuto dell’articolo sia stato di tuo interesse.

Per PLACIDO BILLONE
Magari se sul tuo sito la versione in italiano non fosse tradotta da chissà chi o cosa sarebbe più gradevole da leggere…

E’ proprio vero che chi vede la pagliuzza nell’occhio altrui, non vede la trave che sta nel suo!

Dora

Ps
obiettivo od obbiettivo sono equivalenti (da Wikipedia: “Obiettivo, od obbiettivo, è una parola che può assumere differenti significati a seconda del contesto” ).

Carissimi, la mia voleva essere solo una critica sull’articolo riguardo la parola “obiettivo” in quanto, a mio avviso, risulta solo più gradevole da leggere. Ripeto, gradevole da leggere.
Non era mia intenzione offendere nessuno né tantomento ricevere insulti e/o quant’altro riguardo la parola in questione.
Cara Dora, ho capito a cosa ti riferisci (provvederò per tempo a correggere l’errore) ma il tuo intervento è prettamente fuori luogo, qui si sta parlando d’altro, non certo di pagliuzze, travi, traduzioni, etc.

Antonio Iannibelli, grazie per aver interpretato in modo corretto la mia osservazione, assolutamente personale. Se, per caso ti fosse risultata offensiva, voglia tu accettare le mie scuse.

Buona luce,
Placido

A volte succede anche a me, visitando altri siti mi capita di vedere piccolissimi errori, (che ormai fanno parte di un linguaggio comune accettato da tutti, anche se questo non vuol dire che bisogna farli) e mi sfuggono ben più grossolani errori nei miei lavori, ma questo fa parte del genere umano, dopo un pò che leggiamo e rileggiamo un articolo non vediamo più quello che c’è scritto ma quello che vorremmo ci fosse scritto.
Leggo questo nel messaggio di Dora e nessuna offesa da parte di Placido, sono convinto come voi che ogni critica costruttiva va sempre bene ed è ben accetta anche qui.
Arrivano presto nuovi articoli vi consiglio di leggere con attenzione e spero di incontrarvi nelle nostre iniziative.
A proposito Placido sei invitato ufficialmente, anche tu, all’evento dell’anno per fare gli auguri alla nostra amata fotografia. Trovi tutto qui:

http://provediemozioni.it/blog/

Ti aspettiamo con chi vuoi per un meraviglioso viaggio nella storia della fotografia.

Ciao, complimenti per l’ottimo lavoro che stai facendo su questo sito. Mi permetto di segnalarti che tra gli otturatori bisogna considerare anche quelli elettronici, di cui ormai sono provviste tutte le nuove mirrorless e reflex di ultima generazione. A tal proposito ti segnalo un video di approfondimento che mi farebbe piacere se volessi allegare all’articolo come approfondimento. Un tuo feedback sarebbe molto gradito.
https://www.youtube.com/watch?v=7k2PAVMExLI&t=212s

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