Sfida lanciata da Felicita, è stato da subito un tema che mi ha messo un po’ in crisi.
Ho pensato immediatamente che era molto ampio e poteva prevedere varie sfumature. E così sono partita con l’idea della piuma, dopotutto leggero come una piuma era la prima associazione mentale che mi veniva. Sono passata all’attacco del piumino di mammà, cercando di recuperare qualche piuma dall’imbottitura, inutile dire che non fanno più i giubbotti di una volta e che le “piume” all’interno sono circa 3 mm e non classificabili. Piano B, recupero piuma da gallina, passo al setaccio il giardino di casa e scopro con stupore che le galline davanti a casa perdono più rifiuti organici che piume e che poi le piume non sono piume ma penne. Direi che è il momento di abbandonare l’idea e di buttarmi su altro. E così, complice di una serata in casa Serotti-Vincenti, di quelle tanto cibo -gli uomini guardano la partita – le donne fanno cose da donne, fra una chiacchiera e una stesura di smalto ci è venuta l’idea della farina. Abbandonato il primo senso di colpa del “ho appena pulito casa ma lo stesso soffio farina qua e la sporcando tutto”, accompagnata da splendide assistenti reggi pile per sfondo nero, e ingaggiata una delle modelle di fiducia, ecco qui la foto.





