Dal Workshop Raccontare per immagini con Giancarlo Torresani
Ricordando la bella esperienza del primo incontro con Giancarlo Torresani ho colto con grande entusiasmo l’invito al secondo appuntamento al workshop sul linguaggio fotografico. Un approfondimento per imparare a raccontare attraverso le immagini, che inizialmente può apparire semplice ma che è completamente fuori dalle mie abitudini fotografiche.
Solitamente non esco di casa con un tema specifico da svolgere ma solo con la voglia di fotografare e mi ritrovo quindi a catturare ciò che maggiormente colpisce il mio sguardo, come potrebbe essere un azione particolare, un volto, una senzazione o soltanto la luce riflessa su un oggetto. In questo modo, quando al rientro a casa scarico la scheda di memoria sul computer, mi ritrovo con tante foto scattate nella stessa giornata e nello stesso luogo ma che in realtà non sono collegate fra loro.
Raccontare per immagini è del tutto diverso, significa avere già una storia in mente, un vero racconto con un inizio ed una fine dove le foto non devono essere necessariamente in sequenza temporale ma comunque unite da un filo conduttore di ciò che vogliamo raccontre.
Per questo motivo occorre avere un progetto e un tema da svolgere.
Tenedo conto di questo, il sabato mattina del workshop mi sono sforzata di scattare foto non a quello che mi colpiva, ma soltanto a ciò che era utile al mio racconto. Ho girato per le vie del centro di Bologna con un unico scopo, iniziare e finire la mia storia.
Una volta individuato il tema “Sorvegliati Speciali” la parte più difficile per me è stata quella di creare un finale.
– Sorvegliati speciali – perchè?
Viviamo ogni giorno come se fossimo dentro ad un “grande fratello”. Camminiamo per le strade sotto gli occhi vigili di tante piccole telecamere più o meno nascoste. In ogni angolo veniamo spiati da piccoli occhi indiscreti che ci riprendono, spesso a nostra insaputa, anche nei luoghi meno sospetti. Per ironizzare un po’ mi sono anche chiesta: “chissà se chi ci controlla avrà problemi di vista oppure ci vede benissimo?”. Dicono che lo fanno per la nostra sicurezza, sarà anche vero ma la nostra libertà? Dai non disperiamo la nostra libertà è sempre lì dietro l’angolo! Ricordiamoci solamente che forse è meglio ogni tanto guardarci in alto.
Al di là del risultato ottenuto, che potrà piacere o meno, resto sempre molto soddisfatta dalla partecipazione a questi incontri perchè mi permettono di imparare, di condividere esperienze e modi di vedere il mondo e la fotografia in maniera completamente diversa gli uni dagli altri ma soprattutto è straordinario stare in compagnia di persone speciali che a mio parere sono la forza della nostra associazione.
Grazie a tutti
PS un complimento particolare a Stefano Santarsiere che ha svolto il racconto più bello. Sarà stato avvantaggiato dal suo ruolo di scrittore? Probabilmente sì ma come sempre è riuscito a stupirmi. Grande Stefano!!