Di Raffaella Limonta
Battere d’ali… Ronzii di insetti…Cinguettii di uccelli…chiudo gli occhi per meglio assaporare questa sinfonia…Ogni tanto si inserisce un’altra voce: ecco il grillo con il suo frinire e poco dopo un altro uccellino con il suo canto argentino.
Qui si sta proprio bene, anche se fa caldo, tanto caldo! Che sia finalmente arrivata l’estate?
Vorreste sapere dove mi trovo?
Sono in un piccolo angolo di mondo dove la natura la fa’ ancora da padrona, per fortuna!
Dove la natura ha una fervida alleata, una paladina instancabile, un’amica fedele!
Sono, anzi, siamo a casa di Donatella.
Siamo a pochi chilometri dalla caotica Bologna.
Siamo all’interno della Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico.
Siamo dove cinque milioni di anni fa nuotavano pesci grandi e piccoli.
Siamo sul fondo di quel mare antico che ancora oggi ci regala meravigliose conchiglie.
Siamo nel territorio di Sasso Marconi, nel casale di NOVA ARBORA.
Oggi mi sono aggregata ad un gruppo di fotografi dell’Associazione Culturale Provediemozioni.it ed ho scoperto questo angolo di paradiso proprio dietro casa.
Donatella, l’anima creatrice di questo giardino botanico, ci accoglie sulla soglia di una vecchia casa ora tornata ai suoi antichi splendori. Ci dà il benvenuto nella parte più “variopinta”: il giardino. Dopo le presentazioni di rito inizia a raccontarci della sua decisione di “cambiare vita”, di “lasciare la città”, di stabilirsi “in campagna” e di quanta serenità le abbia restituito questa decisione. Alla fine del suo racconto siamo tutti molto invidiosi e, mentre ci incamminiamo verso l’orto, aleggiano commenti e sogni…”se anche io potessi…”
L’orto è la prima tappa della nostra visita. E’ un tripudio di colore: è una meraviglia per gli occhi.
Come sulla tavolozza di un pittore troviamo innumerevoli colori.
Il ROSSO dei Papaveri Somniferum alti ed eleganti e di quelli ancora più regali della specie Peonia (Paeoniflorum), del Ribes che a grappoli cresce rigoglioso e che generosamente siamo invitati ad assaggiare.
Il GIALLO delle Ginestre in piena fioritura, ma anche delle Margherite grandi e piccole sparse ovunque, come la Calendula.
Il BLU della Nigella, del Fiordaliso e della Borragine. Quest’ultima la ritroveremo in tavola nel ripieno della torta salata.
Ma, appena arrivati, lo sguardo è stato catturato immediatamente dal colore VIOLA: la lavanda in piena fioritura domina tutta la parte bassa della collina.
Ed ecco perché tanti ronzii, ecco perché tanti insetti all’opera su questo fazzoletto di terra.
Ci sono insetti piccoli e grandi tra i quali spicca per le sue dimensioni intorno ai 2-3 cm l’ape legnaiola (Xylocopa violacea): splendida con la sua livrea nera e le ali blu/viola.
Ci sono anche tante farfalle variopinte. Non stanno mai ferme ed i fotografi hanno vita dura ad immortalarle. Forza ragazzi, che fra tanti scatti ce ne sarà sicuramente almeno uno perfetto!
Gironzolando qua e là non smetto di meravigliarmi: fiori semplici come quelli dei piselli selvatici e fiori più eleganti come le orchidee che qui nascono spontanee in mezzo al prato.
Siamo nell’orto ed ovviamente non potevano mancare gli ortaggi: Donatella ne approfitta per raccogliere un po’ di fave che ci proporrà come antipasto insieme a dell’ottimo formaggio e a del pane abbrustolito.
Un mondo di colori ma anche di odori. Il profumo dei fiori è dominante ma veniamo invitati anche a strofinare le foglie delle piante aromatiche per riconoscere la loro fragranza.
In un settore troviamo le piante che si usano per profumare grappe e liquori: Riconosco la Ruta ma anche la Cedrina ed il Ginepro. Poi c’è anche l’Artemisia absinthium dalla quale si ricava l’assenzio che è un distillato ad alta gradazione alcolica all’aroma di anice, bevanda molto in voga alla fine dell’800 inizi ‘900 soprattutto tra i pittori e gli scrittori ed artisti parigini del Decadentismo.
Poco più in là troviamo il Tanacetum Crispus le cui foglie vengono impiegate nella preparazione di un popolare liquore casalingo denominato Arquebuse, digestivo e molto aromatico.
In un altro fazzoletto di terra troviamo invece gli “odori” per la cucina. Origano, Alloro, Rosmarino, Timo, Maggiorana, Santoreggia e Salvia. Di quest’ultima ne annusiamo la varietà Ananas che profuma proprio come il ben più noto frutto tropicale.
La Salvia officinalis, che le troviamo accanto, è invece la varietà che più comunemente c’è in casa di ogni buona massaia. Questa in particolare ha foglie molto grandi e la ritroveremo poi sia nell’aperitivo preparato con salvia, limone, menta e zenzero, che nel gelato di crema aromatizzato con scorze di limone e foglie di salvia a pezzettini.
Non posso lasciare questa zona senza fare un salto nello spazio delle tisane, che sono la mia passione… e trovo Menta, Malva e Melissa. Ci sarà di sicuro anche la Camomilla, ma sinceramente me la sono persa… che non sia stagione?
L’orto ha anche uno spazio dedicato alle piante velenose. Molto affascinante è il Cocomero Asinino (Ecballium elaterium) che sotto il suo fiore giallo nasconde un frutto ovoidale simile ad un piccolo cocomero, tutto ricoperto di setole rigide dall’aspetto ispido. Quando il frutto è maturo al suo interno si sviluppa una pressione idraulica notevole che serve a “sparare” i semi il più lontano possibile. Il suo succo è amarissimo e tossico. Per queste sue caratteristiche è anche detto “sputaveleno”.
Durante la nostra visita troveremo poi un’altra pianta altamente velenosa: la Cicuta, che nella storia ha mietuto vittime anche illustri.
Il percorso didattico ci riporta ora verso la casa per ispezionare ciò che la circonda.
Dapprima ci inoltriamo nel bosco dove ci aspetta un animaletto proprio simpatico.
Si tratta di un Orbettino che Donatella ci ha fatto vedere.
Assomiglia ad un serpentello ma è della famiglia dei sauri, ovvero delle lucertole. Nell’evoluzione della specie ha perso le zampe ed ora è condannato a strisciare. Ha la pelle molto liscia e setosa. Non ne avevo mai visto uno. E’ proprio carino!
Ci sono alcune piccole pozze d’acqua dove galleggia la “Lenticchia d’acqua” (Lemna minor) con le sue foglioline piccole piccole, verdi verdi, ed uno laghetto più grande pieno di splendide Ninfee bianche.
Alla fine del bosco troviamo poi una splendida felce Osmunda Regalis che ci dicono essere la specie di felce più grande esistente in Italia.
E adesso non ci resta che visitare il giardino. Anche qui i colori non mancano ed anche i profumi.
Su tutti spiccano per la loro grandezza le piante dei Digitali: con i bei “ditali” tutti in grappolo ce ne sono di diverse specie. La varietà gialla si chiama “lanata” (Digitalis lanata), perché è molto pelosa, ed è quella dalla quale si estrae la digitossina, un principio attivo che viene usato per la produzione di medicinali per problemi cardiaci. L’altra, molto bella è la purpurea (Digitalis purpurea), che con i suoi fiori lilla è veramente splendida.
Altra pianta molto profumata, ma non nei fiori, bensì nei semi e nelle foglie, è il Dittamo (Dictamnus albus). Basta sfregarli che aleggia subito un piacevole profumo di limone.
Ovunque poi ci sono fragoline di bosco e Donatella gentilmente ci consiglia di approfittarne perché sono anche belle mature!!!! Che sapore! Una meraviglia per il palato! Ah, dimenticavo, con le foglie della fragola si può fare una tisana diuretica, depurativa e antireumatica…. per chi ne avesse bisogno….
Per chi invece avesse bisogno di un calmante…. consigliamo la Valeriana, quella dal fiore bianco, (Valeriana officinalis) . In medicina se ne usa la radice che possiede proprietà sedative e calmanti, e favorisce il sonno. La varietà rosa (Centranthus ruber), invece, è molto decorativa e la si trova spesso lungo i bordi delle strade o sulle muraglie a secco, specialmente nei paesi della riviera ligure.
Una pianta che invece non è proprio il caso di assaggiare perché altamente tossica è il “piccolo drago” (Dracunculus vulgaris). Si tratta di una pianta che fa un’inflorescenza color rosso vinaccia e che secerne un odore di carne marcia. Odore che serve ad attirare mosche e mosconi invogliandoli a deporre le proprie uova su di essa, illudendoli che sia carne in putrefazione. Tutto questo per avere un’adeguata impollinazione e permettere alla pianta stessa di sopravvivere. Furba, vero?
Noi, per fortuna, l’odore non l’abbiamo sentito… penso che non abbiamo perso nulla!!!
Chiude il cerchio di questo settore un cespuglio molto grande di Acanto. Nei capitelli delle colonne greche, ordine corinzio, e romane, ordine composito, troviamo spesso scolpita la figura delle foglie dalla varietà Acanthus spinosus e Acanthus mollis.
La mattina è volata ed è ormai ora di pranzo. Con impazienza aspettiamo la cuoca, che è sempre la nostra amica Donatella: cosa ci porterà di buono?
Dell’antipasto vi ho già raccontato. Poi sono arrivate le insalate di orzo con il pesto di rucola e di basilico. A seguire crespelle con ricotta ed erbette e un treccione di pan brioche farcito di pomodoro e formaggio. Di secondo torta salata ed insalata dell’orto. Per finire una torta di pere, un ciambellone di cioccolato e il famoso gelato alla salvia. Caffè e ammazza caffè per chi aveva ancora un posticino nello stomaco. Ragazzi che abbuffata e tutto squisito, ovviamente!
La nostra giornata è poi finita a bordo stagno, che non è come dire a bordo piscina, perchè il bagno non si poteva fare anche se il caldo era tanto e un tuffo non sarebbe stato fuori luogo.
I fotografi si sono dilettati ad immortalare libellule e raggi di sole che creavano giochi di luce intorno alle splendide ninfee.
Io … mi ero portata gli acquerelli e mi sono seduta su un pezzo di tronco trasformato in sgabello ed ho cercato di immortalare la poesia della natura. Se poi ci sia riuscita…. beh questo non spetta a me dirlo.
Invece posso dire che la giornata è stata proprio ben spesa ed invito tutti voi a fare un salto a trovare la nostra nuova amica Donatella!