Quest’estate appena arrivati nel Pollino Luca impaziente ci racconta di aver trovato la notte prima per la strada, si tratta della strada provinciale per San Severino Lucano, un uccello che all’apparenza sembrava morto. Poi dopo essersi fermato si è reso conto che si trattava di un rapace notturno forse investito da una macchina, ma vivo. In quel momento Luca ha pensato di spostarlo dalla strada e di metterlo nella cunetta al riparo dalle macchine che trafficavano su quella strada.
Dopo il racconto, Antonio e Luca si sono subito recati sul posto e il rapace, si trattava di un allocco, era ancora li. Non era in buone condizioni. Hanno portato l’allocco a casa, all’apparenza terrorizzato, e l’hanno riposto in un luogo tranquillo nella speranza che si riprendesse.
A questo punto abbiamo subito cominciato a pensare sul da farsi. L’idea fortunatamente mi è subito balenata per la mente. Proprio quella mattina passando dall’oasi WWF del Pantano di Policoro e visitando il centro avevamo preso una brochure in cui era descritte le attività dell’oasi, tra cui un Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS), con tutti i numeri per contattarli. Abbiamo subito telefonato è siamo riusciti a parlare con il responsabile dell’oasi, che ci ha rassicurati dicendo che avremmo potuto portare l’allocco la mattina successiva. Nel frattempo ci aveva consigliato di mettergli a disposizione della carne cruda nel caso gli venisse appetito. Abbiamo seguito il consiglio e lo abbiamo lasciato riposare.
La mattina successiva abbiamo preparato una casetta con una scatola di cartone e sistemato l’allocco per il viaggio. Direzione CRAS di Policoro. Al nostro arrivo siamo stati accolti da Nunzia, naturalista, che ci ha accompagnati nell’ambulatorio del centro dove ci aspettava Debora, veterinaria del CRAS, che immediatamente ha fatto una prima visita all’allocco accertando che non vi era nulla di rotto e che probabilmente aveva mangiato qualcosa di avvelenato oppure aveva preso solo una botta contro una macchina. Con calma e precisione nelle operazioni Debora ha iniettato del glucosio nel becco dell’allocco che sembrava molto soddisfatto infatti subito dopo ha cominciato a spalancare il becco in segno di apprezzamento. Nel frattempo Nunzia compilava la scheda di ricovero riportando con cura tutti i dettagli sul luogo del ritrovamento del rapace, è importante infatti rilasciare gli animali selvatici nello stesso luogo del rinvenimento, sulla dinamica del recupero, chiedendoci anche di dare un nome al rapace. Abbiamo pensato un po’ e lo abbiamo battezzato Lock. Anche perché la mattina il rapace come un lucchetto aveva piantato gli artigli nella mano della mamma di Antonio che era entrata nella stanza del ricovero per vedere come stesse.
Dopo le operazione di primo soccorso Debora con grande maestria utilizzando la scatola del trasporto ha costruito una casetta inserita all’interno di una voliera improvvisata per il suo ricovero. Eravamo tutti più tranquilli, quantomeno avevamo la certezza che in quel posto sarebbe stato trattato con cura.
A quel punto abbiamo approfittato della gentilezza di Debora e Nunzia per fare un giro e conoscere le attività del centro. Si tratta infatti di uno dei più importanti centri di recupero di tartarughe marine della costa ionica. In quel periodo erano ricoverati in attesa di essere liberati in mare alcune tartarughe caretta caretta, tra cui Guizzo che è stata rilasciata nelle acque dello jonio il 15 agosto (http://www.oasiwwfpolicoro.net/cras/torna-a-casa-guizzo) .
Soddisfatti della nostra azione abbiamo proseguito la nostra giornata al mare raccontando a tutti gli amici la storia di Lock.
Prima del rientro a Bologna abbiamo fatto una capatina all’oasi per salutare tutti e avere le ultime notizie su Lock. Dopo circa una decina di giorni di ricovero, stava meglio, aveva ricominciato a mangiare da solo e proprio quel giorno era stato programmato il suo rilascio, 21 agosto 2009.
Lock era pronto per ritornare libero nei suoi boschi e vivacizzare le notti con i suoi canti. Good luck!
Una risposta su “Salvataggio di un allocco nel Pollino”
che tenero!!
e dopo tante brutte notizie, finalmente qualcosa che scalda il cuore!